FAQ

Accettiamo donazioni da privati che siamo in grado di quantificare in termini di metri quadrati di bosco, comprensivi di tutti i costi sostenuti in termini di materiali, piante ecc. Non associamo un singolo albero/arbusto ad una donazione, in quanto il bosco è un sistema dinamico fatto di competizione tra piante e organismi. Il soccombere di alcuni alberi è un evento normale, che contribuisce al consolidarsi del complesso ecosistema boschivo.

Le piante sono disponibili presso vivai specializzati in specie forestali autoctone, la nostra associazione non ha fini di lucro. Affidiamo in adozione piccoli quantitativi delle nostre piante presso il nostro banchetto nel corso degli aventi. Non possiamo invece accettare cessioni di piante da utilizzare per gli interventi di rimboschimento, in quanto utilizziamo solo materiale vivaistico autoctono certificato per rispettare scrupolosamente le linee guida regionali e favorire la qualità degli ecosistemi che vogliamo ricostruire.

L’associazione opera a titolo gratuito esclusivamente su terreni pubblici, attraverso la collaborazione dei comuni e le libere donazioni dei cittadini. Per poter realizzare al meglio un bosco su un terreno privato suggeriamo di affidarsi alla consulenza di un tecnico forestale abilitato. E’ importante sapere che l’opera di riforestazione implica l’apposizione di un vincolo di protezione ai sensi della Legge Regionale 52/78 (Legge forestale regionale).
Nei nostri interventi utilizziamo solo materiale vivaistico autoctono e certificato, per rispettare scrupolosamente le linee guida regionali e favorire la qualità degli ecosistemi che vogliamo ricostruire. Pertanto non possiamo accettare alcuna donazione di piante.
Le piante che mettiamo a dimora provengono dal centro di biodiversità vegetale e fuori foresta di Montecchio Precalcino (VI). Abbiamo scelto questo centro regionale poiché ha raccolto e raccoglie l’eredità di ciò che è rimasto degli ultimi boschi di pianura relitti, garantendo il patrimonio genetico e autoctono. Le giovani piante che qui crescono sono seguite con cura ed attenzione, per permetterci di dare un proseguo a quegli antichi boschi che imperversavano nella nostra pianura padano-veneta: un tempo prosperi oggi sono stati cancellati per oltre il 99,99%. Le piante che utilizziamo sono giovani, hanno al massimo 2 o 3 anni, e sono tutte individui a sé, non cloni come quelle spesso usate nei rimboschimenti produttivi (per produrre legname per intendersi). L’età giovane permette di farle crescere più forti, resilienti e le radici attecchiscono molto meglio nel terreno. Certo avrà l’aspetto di un campo erboso all’inizio, ma dopo pochi anni la sua morfologia sarà sempre più maestosa, fino a diventare il bosco più noto all’immaginario collettivo.
Le piccole piante vanno disposte molto ravvicinate per stimolare la crescita verticale, in modo da superare quanto prima il livello competitivo dell’erba e favorire nei primi anni l’effetto protettivo “di gruppo” (soprattutto dal vento), in particolare a opera degli arbusti, ad accrescimento rapido. Negli anni successivi viene invece favorito il naturale processo selettivo, che porterà solo una parte del popolamento a raggiungere la maturità. Anche le piante venute a morte avranno comunque nutrito e ospitato piccoli animali, oltre a produrre talvolta semi e discendenza altrove. Per approfondire vai alla sezione “come lavoriamo”.
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*Commissione europea, Direzione generale dell’Ambiente, Desmedt, C., Degueldre, C., 52 suggerimenti per la biodiversità, Ufficio delle pubblicazioni, 2011, https://data.europa.eu/doi/10.2779/96561